Lacci
Pubblicato il in Narrativa italiana

Lacci
- Autore: Domenico Starnone
- Editore: Einaudi
- Data uscita: 2014
- Pagine: 134
Lacci è un romanzo dello scrittore e sceneggiatore Domenico Starnone, che ha suscitato numerosi dibattiti e riflessioni, diventando una lettura per molti.
Dallo stesso libro è stato tratto il film omonimo, diretto da Daniele Lucchetti nel 2020.
Trama
La storia inizia con una lettera di Vanda al marito che l’ha lasciata, un messaggio carico di rabbia e frustrazione. Si erano sposati giovani negli anni Sessanta, spinti dalla voglia di indipendenza, ma la realtà li ha travolti. Ora lui vive a Roma con una nuova amante, mentre lei resta a Napoli con i figli, affrontando il silenzio e un crescente senso di distanza.
Il romanzo esplora il tema della fuga e del ritorno, riflettendo su cosa siamo disposti a sacrificare per non sentirci intrappolati e cosa perdiamo quando scegliamo di tornare indietro. L’abbandono è definitivo, ma i legami invisibili che uniscono le persone sono resistenti.
A volte, basta un piccolo gesto per risvegliare emozioni sepolte…
La recensione di RiassuMarti
Quando ho intrapreso questa lettura sapevo di trovarmi di fronte ad un romanzo “scomodo” e così è stato…
L’autore ha realizzato un’analisi profonda dei rapporti umani, dei fallimenti, delle speranze non realizzate e delle cose che restano sempre, anche dopo che sembra che tutto sia stato perduto. Per tutta la lettura, resta salda l’idea che le ferite non solo restano, ma si radicano nel cuore delle persone, in una sorta di “laccio” che non si può spezzare facilmente, e che non si può né dimenticare né perdonare del tutto.
Lacci è una storia di tradimento, ma anche di perdono: ci mostra come le relazioni possano essere complesse, dolorose e, allo stesso tempo, fondamentali nella formazione della nostra identità e della nostra persona.
Un passaggio che mi ha davvero colpito è quello in cui Aldo, pur innamorato della sua nuova compagna, evita di usare la parola “amore” per non ferire ulteriormente Vanda, la sua ex moglie. Questo gesto, sebbene comprensibile, appare quasi paradossale, considerando che Aldo ha scelto comunque di abbandonarla, lasciandola sola a crescere i loro figli. La sua fuga, infatti, non si risolve in una nuova felicità, ma piuttosto in un eterno rimorso. La vera rivincita di Vanda non è una vendetta, ma la consapevolezza che il tradimento ha lasciato un segno profondo in Aldo, un segno che lui non può cancellare. I “lacci” invisibili che legano Aldo alla sua vita passata – alla famiglia che ha abbandonato, alla moglie che ha ferito – diventano un peso che lo perseguita, creando un vortice di colpa e sofferenza.
Ecco la lezione: non sempre chi fugge riesce a liberarsi veramente dal passato. I legami, anche se dolorosi, continuano a definirci e a seguirci, costringendoci ad affrontare ciò che abbiamo fatto, anche quando cerchiamo di voltare pagina.
Tre aggettivi per descrivere il romanzo?
Lacerante – Spietato – Complesso